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Boss RC-300 Loop Station Featured

Alla terza recensione su una loop station credo sia evidente la mia predilezione per queste soluzioni. Trovo molto utili le loop station, soprattutto per chi come me normalmente non ha qualcuno a fargli il ritmo oppure si trova a suonare da solo. Data l'importanza che ha per me, è stato naturale cercare di salire di livello e vedere ciò che il segmento più alto del mercato propone. La RC-300 infatti fino a poco tempo fa era il modello di punta di casa Boss per questa tipologia di strumenti, solo di recente superato dalla nuova nata in famiglia, ovvero la RC-600.

La RC-300 è figlia del momento in cui è nata, dove la concorrenza di casa Digitech aveva obbligato Boss a fare un salto avanti molto deciso rispetto ai prodotti precedenti e spingere per una decisa evoluzione e miglioria della propria offerta e riprendendosi il ruolo di leader.

20220320 163008702 iOSSe la JamMan Stereo era nettamente migliore e più pratica rispetto all'omologa RC-30XL, qui si è puntato a ristabilire le gerarchie e attaccare il mercato con un prodotto complesso ma semplice da usare, migliorato come qualità e funzionalità.

E' passato molto tempo da quando ho venduto la mia RC-20XL (onestamente non poteva competere con la JamMan Stereo), e prendere in mano la RC-300 sembra amplificare ancora di più questa sensazione. Il salto generazionale è evidente e marcato. Se la semplicità d'uso e l'immediatezza è rimasta tale, è evidente il salto di qualità del campionatore e la miglioria generale del prodotto. 

La RC-300 si configura come fosse formata da 3 loop station saldate assieme, utilizzabili in maniera indipendente all'interno dello stesso pattern. Ogni loop ha dei propri comandi separati, facilitando in maniera enorme l'uso e l'immediatezza del prodotto. Basta veramente un istante per capire come usarla nelle sue funzioni base. Anche un utente che non ha esperienza con le loop station potrebbe in pochi minuti imparare ad usarla in modo efficace. Questo la rende molto facile e divertente da usare per chiunque. Avere comandi separati per ogni pattern aumenta questa immediatezza d'uso. 

Rispetto alla prima loop station che ho avuto poi aumentano i banchi (finalmente), i minuti di registrazione disponibili e la qualità della campionatura. Tutte migliorie doverose e che mostrano come Boss abbia saputo sfruttare i miglioramenti tecnologici del comparto informatico e abbia preso seriamente la concorrenza di Digitech, cercando di proporre un prodotto migliore sia rispetto ai propri prodotti che a quelli concorrenti. Una spinta sana e positiva, che sul più bello rischia però di interrompersi a causa dell'abbandono della famiglia JamMan e dello sviluppo di quest'ultima da parte di Digitech a seguito dell'acquisto da parte di Harman e dell'integrazione con Dod (altro marchio di proprietà di Harman). Una rivoluzione interna che ha portato all'uscita di tutto il team che tanto bene secondo me aveva fatto nell'ultimo decennio. Un peccato.

20220320 162903687 iOSProprio questo abbandono mi ha portato a dover ritornare a Boss. Probabilmente non avrei mai preso in considerazione un ritorno alla famiglia RC se Digitech avesse continuato a evolvere i propri prodotti come aveva fatto in passato e se avesse proposto una evoluzione della JamMan Stereo (che per praticità secondo me rimane ancora migliore dell'equivalente RC-500 appena uscita). Mi è capitata l'occasione di vendere la mia JamMan Stereo e di andare a migliorare, e praticamente la scelta in quel momento è stata forzata verso la RC-300. Non che mi sia dispiaciuto virare sulla RC-300, ma non mi sarebbe dispiaciuto poter scegliere tra un prodotto equivalente della famiglia JamMan. Di fatto la scelta era limitata a rinunciare all'occasione, prendere la Boss RC-50 o la RC-300 la nuova famiglia e soprattutto la RC-600 sarebbe uscita oltre un anno dopo.

Che la vocazione della RC-300 sia la fascia professionale si capisce da una serie di dettagli, non ultimo la possibilità di pilotarla tramite un controller MIDI. A questo si aggiunge la possibilità di connetterla a PC o MAC tramite USB e controllarla/gestirne le memorie tramite apposito software, ma soprattutto di usarla come scheda audio e quindi usarla come interfaccia di registrazione per un DAW diretta, senza aggiungere ulteriori strumenti in mezzo. Non una opzione da buttare, onestamente. Ammetto di averla trovata molto comoda e di averla sfruttata qualche volta per registrare al volo.

Di sicuro le dimensioni generose non la rendono facilmente integrabile all'interno di una effettiera. Alla fine è necessario tenerla su una effettiera dedicata o come elemento esterno aggiuntivo alla propria effettiera. Non proprio un problema insormontabile, ma non mi dispiaceva la dimensione compatta delle loop station usate in passato. C'è da dire che è proprio l'idea di base, ovvero quella di avere controlli separati per gestire tre pattern a rendere impossibile una soluzione più compatta di così. Quindi o compattezza o tre loop indipendenti con controlli separati. Non c'è molto da fare.

Come detto avere i controlli separati è una cosa comodissima, che permette di avere pattern diversi facilmente gestibili e facilmente attivabili e disattivabili. Su un pattern si può inserire la parte ritmica, su un secondo per esempio la chitarra ritmica e su un terzo il giro di basso, attivando e disattivando quando pare un elemento o l'altro. Unica cosa negativa (ma ho visto essere un must di tutti i prodotti multi pattern di casa Boss, quindi evidentemente quella è una scelta ben precisa), i pattern sono collegati. Il banco di memoria contiene tutti e tre i pattern. Non è possibile attivare pattern presi da memorie diverse (per esempio "sul loop A vorrei il pattern registrato nel banco 3, sul loop B quello del bando 10, sul C quello del banco 90"). Quando si seleziona un banco, si selezionano contestualmente i pattern per tutti i tre loop, e quando si cambia banco vengono aggiornati tutti e tre indistintamente. Come detto non è un limite del prodotto ma una scelta ben precisa di Boss.

A contraltare il fatto che nemmeno nella RC-300 hanno implementato gli switch per selezionare col piede il banco di memoria da attivare (cosa presente invece sulla JamMan Stereo), cosa che per me era fondamentale per tutti quei pezzi dove ci sono spazi per soli/improvvisazioni diverse e basate su giri diversi (vedasi la già citata Autogrill di Guccini, che ha due parti strumentali diverse, ma anche Layla di Clapton ha la stessa condizione, con un giro per i soli e una lunga coda strumentale). Questo è possibile, ma tramite un foot switch aggiuntivo. Una "dimenticanza" sanguinosa a mio vedere, ma anche in questo caso siamo di fronte a una scelta ben precisa di Boss (vedasi l'assenza di una soluzione integrata anche nella nuova RC-600 e nella vecchia RC-50). L'assenza di uno slot SD è un'altra lacuna, anche se oggi questa è meno problematica del passato. Se prima la scheda SD permetteva di estendere il numero di pattern e i minuti da poche unità ad ore, qui parliamo di uno strumento in grado di suo di memorizzare 99 pattern per un totale di tre ore. 

Il ritorno ad una soluzione di famiglia Boss è stato anche il ritorno ad un quantizzatore del ritmo che funzioni (grande limite secondo me della JamMan).

20220320 162927264 iOSA tutto questo si aggiungono una serie di funzioni non proprio direttamente e esplicitamente legate al ruolo di Loop Station, come il multieffetto integrato e controllabile tramite il pedale d'espressione e i controlli integrati. E' presente, può forse essere comodo, ma non credo sia una funzione che faccia la differenza per chi valuta una Loop Station. Ad onor del vero il controllo e gestione degli effetti integrati è veramente poco intuitivo e scomodo. Senza il manuale è impossibile venirne a capo. Questo al netto della qualità degli effetti (ammetto di averci giocato una volta per poi decidere che è qualcosa che avrei mai usato. Probabilmente nel chip COSM usato da Boss anche per questo strumento erano già presenti e, piuttosto di perdere tempo a disattivarli, gli ingegneri hanno ritenuto più comodo proporli al grido di "gli altri non li hanno, noi sì".

La possibilità di connettere le cuffie permette di usarla anche come sostitutivo dell'ampli per studiare in casa evitando di disturbare, anche se non credo nasca con questo obbiettivo. 

In conclusione siamo di fronte a un ottimo prodotto, pensato per un'utenza professionale. Un prodotto semplice da usare (almeno nelle sue funzioni base) e decisamente divertente. Necessario (almento secondo me) aggiungere un controllo per selezionare a piede il banco di memoria da utilizzare, ma questo non toglie il fatto di trovarsi di fronte ad una delle migliori soluzioni del mercato (e non parlo "della migliore soluzione disponibile sul mercato" solo per via dell'uscita della Boss Rc-600). Meglio al momento c'è poco, forse solo l'autocostruzione di un controller MIDI per gestire un software di looping sulla propria workstation (che è alla fine ciò su cui si basa Ed Sheeran dal vivo). Difficilmente questo cambierà a breve (come detto, per me la loop station è un elemento importante per suonare, e non vedo al momento qualcosa che mi porti a valutare di sostituire la mia RC-300 nè nel breve nè nel medio termine).

Scheda:
Produttore: Boss

Tipologia: Loop Station

Input: Gtr in (mono, stereo), XLR in, aux in

Controlli: una cifra. Non sto a scriverli tutti

True Bypass: No

Prodotto in: Taiwan
Garanzia: un anno

Web: https://www.boss.info/global/products/rc-300/

 

Pregi: semplice nelle sue funzioni fondamentali, comoda dal vivo. Molto completa come funzionalità. Prodotto decisamente professionale.

 

Difetti: Non proprio intuitiva su funzioni che non siano gestibili direttamente da pedali. Abbastanza ingombrante.

 

Possibili modifiche:
- si consiglia l'acquisto o l'autocostruzione di un footswitch per gestire la selezione dei banchi di memoria.