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Potenziometri (aggiornato 22-01-2014) Featured

IMG 9176sDopo aver parlato dei condensatori in un precedente articolo ( http://www.lefty.it/index.php/leftypedia/88-condensatori-ed-impatto-sul-suono ), credo sia naturale stavolta parlare dei potenziometri.

I potenziometri sono resistenze variabili, ovvero dei componenti in grado di variare il valore della resistenza tra due poli. L'utente, tramite un cursore ad albero, è in grado di agire sul sistema e quindi impostare il valore della resistenza.

Se posizionato il cursore ad inizio corsa, la resistenza assumerà il valore nominale previsto dal componente (salvo ovviamente la tolleranza), mentre a fine corsa si comporterà come un cortocircuito.

IMG 9176s5All'interno di un potenziometro ci sono in realtà due resistenze variabili in serie, che operano in modo opposto: quando per esempio una resistenza è a fine corsa, l'altra si comporta come fosse all'inizio e mano a mano che si cambia il valore del cursore, il valore riscontrato su una resistenza aumenta mentre l'altra diminuisce.

Ovviamente, poiché la corsa rimane sempre la stessa (ovvero un angolo di 270 gradi), maggiore è il valore nominale del componente, minore sarà la sua accuratezza e la capacità di offrire valori intermedi tra una posizione e l'altra.

Normalmente i potenziometri vengono definiti da tre elementi:
- Valore nominale, ovvero il valore di resistenza massima nominale che possono esprimere ed e' misurato in Ohm (nel caso degli strumenti musicali, si parla di Kilo Ohm, ovvero centinaia di migliaia di Ohm. Ovviamente, quando si parla di "pot da 250k", si da per implicito che l'unità di misura siano gli Ohm);
- Tipologia della corsa potenziometro, ovvero come al variare del valore del cursore cambia la resistenza misurata tra i due poli;
- Tolleranza, ovvero il range di discrepanza rispetto al valore nominale in cui il potenziometro si pone. Tanto questo valore è basso, tanto il componente avrà qualità maggiore. Non è raro trovare strumenti con potenziometri di bassa lega con una tolleranza di +/- 20% rispetto al valore nominale.

image016Le tipologie più utilizzate per i potenziometri sono le seguenti:
- Pot Logaritmico (curva b del diagramma riportato);
- Pot Lineare (curva a del diagramma);
- Pot AntiLogaritmico (curva c del diagramma).

Nota importante: ci sono diversi modi di indicare la tipologia di un potenziometro sulla sua carcassa. Si possono usare sigle (LOG o AUD stanno per logaritmico, LIN sta ovviamente per Lineare). Una di queste e' una classificazione alfabetica. Spesso potreste trovarvi con in mano uno di questi componenti con su scritto per esempio C250K. La prima lettera indica la curva, i dati successivi il valore nominale. Normalmente la lettera A sta per Logaritmico, B per Lineare, C per Antilogaritmico. A complicare il tutto c'e' la notazione italiana, che inverte le prime due (e quindi A-->Lin e B-->Log). E' fondamentale tenere presente questa possibile differenza di notazione, soprattutto quando si comprano questi componenti in Italia a partire da una schematica o "lista della spesa" statunitense (per esempio quella di un pedalino che vogliamo clonare), che puo' generare problemi all'acquisto. Meglio specificare che si vuole un pot logaritmico o lineare, invece di riportare passivamente la sigla. Al negoziante non dite mai "vorrei un potenziometro A250K" ma bensi' "Vorrei un potenziometro logaritmico da 250K". Ovviamente, l'acquisto online all'estero in questo facilita molto.

Delle interessanti varianti sono i potenziometri Push-Pull (o Push-Push, in base a come sia creato il meccanismo di cambio della fase), ovvero dei componenti che integrano anche un selettore a due posizioni e due fasi di tipo DPDT che può essere usato per una serie di opzioni (per esempio per fare coil tapping, oppure cambiare un humbucker da avere le bobine in serie a parallelo, oppure come uso spesso io mettere in comunicazione neck+bridge su strumenti che non hanno questa opzione o ancora cambiare il condensatore che agisce sul tono… il limite è la vostra fantasia). Questa variante permette quindi di avere in un solo componente due funzioni, con ovvio vantaggio estetico per lo strumento.

IMG 9176s5Esistono in commercio anche dei potenziometri detti "no load". La particolarità di questi componenti è avere un circuito leggermente modificato, che di fatto esclude il potenziometro quando arriva a fine corsa, evitando quindi che esso in qualche modo continui ad intervenire nel gioco delle masse. Vedremo in seguito come questo possa influire sul suono.

Come già detto nell'articolo sui condensatori, la combinazione di una resistenza e di un condensatore permette di creare un filtro, che può essere di tipo "passa basso" o "passa alto" in base alla configurazione scelta. In base al valore di condensatore e resistenza si decide quindi una cosiddetta "frequenza di taglio", ovvero il valore attorno al quale le frequenze vengono fatte passare od escluse.
E' quindi facilmente intuibile che l'uso di una resistenza variabile permette di agire sul filtro spostando la frequenza di taglio. In questo modo è possibile creare il controllo dei toni.

Questo, assieme al controllo del volume, è il principale uso dei potenziometri negli strumenti elettrici. Un ulteriore interessante uso, che recentemente sta riscuotendo un certo successo, è quello di sostituire il selettore dei pick-up: invece del classico selettore a tre vie, sugli strumenti con due pick-up viene posizionato un potenziometro che permette al musicista di scegliere come mixare i due trasduttori, regalando quindi una serie di valori intermedi rispetto ai soliti "neck, neck+bridge, bridge".

IMG 9176s3Detto come funzionano e come possono essere utilizzati, passiamo a ragionare su QUALI potenziometri utilizzare per creare i controlli sullo strumento.

Storicamente si dice che si debbano usare potenziometri da 250k nel caso di pick-up single coil e da 500k per gli humbucker. Questi valori sono più o meno gli stessi dai tempi di Rickenbacker (a onor di cronaca, le prime Les Paul montavano pot da 300k). Raramente sono stati utilizzati altri valori.
A questi valori si è arrivato in funzione della natura dei pick-up creati e delle relative caratteristiche. Non sono stati scegli perché, come dice qualcuno, unici valori disponibili, ma molto più semplicemente perché tra quelli disponibili erano i valori che meglio si adattavano a dare risultati migliori.

Una lecitissima domanda può essere: cosa succede se invece di seguire la tradizione si decidesse di usare valori diversi? Per esempio, se su una Stratocaster montassi dei pot da 500k, cosa otterrei?
Potrei tediarvi con chilometri di teoria di elettronica per giustificare quanto sto per scrivere… preferisco lasciare a voi approfondire se interessati.

L'uso di potenziometri da 500k per controllerare dei pick-up di tipo Single Coil porterà ad avere uno strumento che tenderà ad avere un volume molto più alto di quanto siamo normalmente abituati (per averne un'idea, basta una Yamaha Pacifica non modificata e confrontarla con una Fender Stratocaster. Usando i pick-up al manico e centrale sarà impossibile non accorgersi di quanto la prima risulti avere un volume decisamente più alto rispetto alla seconda), oltre a donarle maggiore brillantezza (o, per essere più precisi, un suono maggiormente orientato sulle frequenze medioalte).

IMG 9251Di contro l'uso di potenziometri da 250k per controllare dei pick-up di tipo humbucker taglierà la risposta in frequenza dei trasduttori, dando maggiore enfasi alle frequenze medie e mediobasse che esso saprà esprimere. A titolo esemplificativo riporto le risposte in frequenza di un humbucker in funzione del valore di resistenza applicato ad esso. Come si può notare, il picco di risonanza è molto attenuato nel caso di un pot a 250k.
Come già detto, le prime Les Paul utilizzavano un circuito basato su potenziometri da 300k. Spesso questo porta ad avere strumenti che suonano "costretti", ove il suono sembra molto chiuso. Per chi riscontra questo, il cambio dei componenti con dei "classici" 500k migliorerà incredibilmente il suono che lo strumento potrà offrire, dandogli aria.

Per chi fosse interessato a farsi un'idea su come potrebbe rispondere un pick-up in funzione dei potenziometri scelti, segnalo che è disponibile online un utilissimo foglio excel con delle macro che permette di disegnare i grafici della risposta in frequenza:
http://www.harryj.net/voltone.xls

Di solito si dice che sia meglio scegliere dei potenziometri logaritmici per creare i controller del volume (cosa abbastanza plausibile, visto che l'orecchio umano ha un comportamento logaritmico), mentre sono da preferire quelli lineari per creare i filtri dei toni. Questo è sicuramente una buona regola e una buona base di partenza per le proprie creazioni, anche se non è raro che si trasgredisca ad essa (per esempio Gibson fa l'esatto opposto, ovvero usa pot lineari per il volume e logaritmici per i toni). Onestamente, sono anni che leggo indicazioni diverse e opposte su cosa sia meglio.

Per chi ama avere un suono molto cristallino e preferisca avere enfasi sulle frequenze alte, consiglio di creare/modificare i propri controller dei toni usando potenziometri "no load". Come già detto essi a fine corsa di fatto escludono il componente, evitando quindi che esso abbia un effetto passivo sul circuito a causa del collegamento delle masse (il motivo per cui nell'articolo sui condensatori premevamo sull'importanza di montare un condensatore di qualità). Rispetto all'uso di componenti "normali", uno strumento che usa i "no load" a fine corsa esprime un suono molto più chiaro, con una maggiore presenza di frequenze alte. La differenza di costo e' veramente minima (recentemente ho acquistato un po' di pot CTS… tra un potenziometro normale ed uno no-load la differenza di costo era attorno alla sterlina, quindi 1,1 Euro).

Se volete delle marche di riferimento, mi limito a consigliarvene due. Il mercato è pieno di componenti di livello, spesso senza marca:
- Bourns;
- CTS (usata a lungo da Fender per i suoi prodotti Made in USA e per quelli di alto livello).

IMG 9176s2Un buon potenziometro ha una bassa tolleranza e un disco che non inserisce fruscii al suo cambio di valore. Qualora questo spiacevole effetto si manifestasse, provate a spruzzare del liquido per pulire i contatti (per esempio il "classico" G-22) all'interno del componente.

Reference.
- The Secrets of Electric Guitar Pickups, da Build Your Guitar -  http://www.buildyourguitar.com/resources/lemme/
- Potenziometri e Condensatori, da Accordo.it - http://chitarra.accordo.it/article.do?id=125
- Potenziometro, da Relative Flight - http://digilander.libero.it/oliocanforato/chitarra/potenziometro.htm
- Using 250k post on hum buckers, dall'archivio di The Gear Page - http://www.thegearpage.net/board/archive/index.php/t-118336.html
- How do the values of a 250k pot vs. 500k pot effect performance?, dal forum di Seymour Duncan - http://www.seymourduncan.com/forum/showthread.php?226642-How-do-the-values-of-a-250k-pot-vs-500k-pot-effect-performance
- Who uses 250k pots for the bridge humbucker? - http://www.seymourduncan.com/forum/showthread.php?214953-Who-uses-250k-pots-for-the-bridge-humbucker
- Wiring Chitarra, dal forum di MassimoVarini.it - http://www.massimovarini.it/index.php?name=MDForum&file=viewtopic&t=2176


Il grafico riportato per descrivere la differenza tra le diverse tipologie di potenziometro e' tratto dal sito web di Antonio Santoro ( http://www.antoniosantoro.com ) e in particolare dalla pagina relativa al progetto di un preamplificatore per microfono - http://www.antoniosantoro.com/Progetto%20di%20un%20preamplificatore%20per%20microfono.htm

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